Allena la mente e pensa in modo positivo [INFOGRAFICA]
16 Marzo 2020L’adozione nazionale: come si è evoluta negli ultimi anni
13 Maggio 2020Bambini e adolescenti sono da tempo confinati in casa, vivendo una quotidianità totalmente nuova, reinventata, tra scuola virtuale, giornate dilatate e impegni saltati, videogiochi e video chats con amici e parenti, e molti interrogativi ai quali provano a dare una risposta.
Molti bambini hanno perso l’esperienza del loro corpo in movimento, il corpo che corre, salta, cade, suda, e una quota notevole di gioco condiviso. I ragazzi hanno dovuto rinunciare agli eventi con gli amici, ai propri hobby, agli incontri sportivi ed extrascolastici. Tutte perdite importanti visto il ruolo imprescindibile che hanno nello sviluppo armonioso della personalità.
La didattica a distanza, che sta cercando di garantire l’istruzione e il percorso scolastico, purtroppo non può sostituire la Scuola in tutte le sue funzioni e questo riguarda tutti gli ordini e gradi di istruzione. La Scuola è anche un luogo materiale di rapporti umani, di relazioni con i pari, il gruppo classe e gli insegnanti. I bambini e i ragazzi sono stati privati dell’insostituibile patrimonio di educazione alla socialità e alla cittadinanza.
Per asili e scuole dell’infanzia, inoltre, non non sono state previste delle attività telematiche e i più piccini sono stati lasciati alla sola gestione delle famiglie.
Gli esperti e i ricercatori stanno osservando e si stanno interrogando sugli effetti psichici e fisici che questo protratto isolamento sta comportando.
Molti bambini quando non vanno a scuola (es. fine settimana e vacanze) sono psicologicamente meno attivi, passano maggior tempo davanti agli schermi, hanno orari di sonno più irregolari e una dieta meno sana. Questi effetti rischiano di amplificarsi con l’essere confinati nelle loro case senza attività all’aperto ed interazione con i coetanei. https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)30547-X/fulltext#bib14
Dal punto di vista psicologico vanno considerati gli elementi stressanti (che riguardano anche gli adulti) quali: la durata prolungata dell’isolamento, la paura dell’infezione, la frustrazione, la noia, la mancanza di contatti personali e di relazioni, la mancanza di spazi privati in casa; elementi che pesano sul tono dell’umore e sul livello di ansia, così come sulla percezione della realtà
https://www.agi.it/fact-checking/news/2020-03-17/coronavirus-quarantena-effetti-psicologici-7585742/
Gli esperti registrano sempre più richieste di supporto e aiuto da genitori che osservano nei figli variazioni nella qualità e quantità della nutrizione, del sonno, della concentrazione e dell’umore, frequenti e/o prolungate reazioni di tristezza, nervosismo, pianto, rabbia, agitazione. Le ricerche ci dicono che un adolescente su tre è colpito da sintomi depressivi a causa del lockdown e la cosa che manca loro di più è proprio la scuola, quale contesto di relazioni e affettività. Inoltre molti bambini sotto i 14 anni si stanno disabituando alla vita sociale. https://www.today.it/benessere/salute/coronavirus-impatto-bambini.html
Le risposte dei bambini e degli adolescenti all’isolamento sociale forzato e alla chiusura in casa sono diverse, in base all’età, alle capacità cognitive, alle risorse e alla resilienza.
E per genitori, la sfida non è stata solo combattere il Coronavirus, ma anche riuscire ad essere buoni genitori in un tempo di confinamento, isolamento e spazi ristretti.
I genitori sono le risorse più vicine e fondamentali per i figli e il loro ruolo di supporto emotivo è diventato in questa emergenza sanitaria ancora più insostituibile e imprescindibile.
Oggi i genitori dovranno affrontare un’altra sfida, arriva la tanto attesa Fase2, che li pone ancora una volta di fronte ad un impegno personale e genitoriale complesso, caratterizzato anche questo da emozioni contrastanti: se da una parte c’è sollievo dall’alta anche timore, preoccupazione e ansia. Inoltre i tempi di riadattamento dei bambini sono molto diversi; alcuni inizialmente potrebbero sviluppare difficoltà a riadattarsi alla nuova quotidianità, mostrando ansia da separazione, timori per la salute, per il ritrovarsi fuori casa, calo delle prestazioni scolastiche, ecc.
Come genitore cosa posso fare?
** È importante continuare a spiegare ai figli questo nostro particolare presente, senza mentire, in modo chiaro, con parole semplici e mezzi adatti all’età e rispettosi delle diverse fasi evolutive. Bambini e adolescenti hanno bisogno di dare un senso a questa esperienza e all’attesa; e non dimentichiamoci che i bambini non hanno la percezione del tempo.
Utilizziamo i sogni, le storie e i disegni dei bambini ma soprattutto condividere le emozioni in essi riportate. Con gli adolescenti è utile creare uno scambio, sollecitando domande e risposte, senza nascondere le emozioni, le paure e i dubbi rispetto all’incertezza e alla fatica del momento. Gli adolescenti vanno stimolati al confronto, a parlare di loro. Per esempio, avete parlato della non riapertura della scuola? Sapete come vostro figlio si sente e come sta vivendo tutto questo?
Non si tratta di fare gli psicologi ma di mantenere quel ruolo di contenimento e rassicurazione che è peculiare del genitore.
** Sosteniamoli nella gestione delle emozioni.
E’ un momento di emozioni contrastanti, spesso con sbalzi di umore, come uno yoyo, momenti giù e momenti su. Ricordate ai figli, ma anche a noi stessi, che la paura (timore, ansia, paura) è un’emozione normale e ci sta aiutando poiché ci rende più vigili e consapevoli dei nostri comportamenti (per esempio nel rispetto delle norme di igiene) e di quello che succede intorno a noi. Così come è normale sentirsi in questo periodo a volte tristi e arrabbiati, anche se non sempre sappiamo il perché.
La delusione fa parte di questo periodo, per aver dovuto rinunciare a tutto il mondo relazionale e sociale, così come sentirsi annoiati e svogliati e provare una grande fatica nel fare le cose.
Per gli adolescenti poter contare su adulti che sanno ascoltare, comprendere, tollerare e supportare con affetto le loro reazioni è fondamentale per elaborare al meglio le limitazioni e le difficoltà del momento.
Rispetto ai più piccoli, cerchiamo di accoglierli quando manifestano una preoccupazione senza sminuirla, perché questo potrebbe farli sentire non compresi e soli.
Le coccole, in tutte le sue forme dalle carezze a preparare il piatto preferito, sono sempre una delle migliori strategie per combattere lo stress e la tristezza.
Non dimentichiamoci che a volte i figli hanno bisogno di sentirsi sostenuti, aiutati a comprendere quello che stanno provando per trovare strategie e soluzioni.
** Guidiamo la loro ripresa di contatto con il mondo reale.
Il tema del riadattamento sarà da affrontare con tempi lunghi. In questa nuova fase di riapertura tutti dobbiamo imparare a ri-adattarci, in quanto non si tratta di ricominciare a fare quello che facevamo prima. Il mondo esterno è diverso, il rapporto con esso sarà diverso e per molti sarà ancora limitato.
Ma anche ciascuno di noi è cambiato, non è mutato solo quello che sta fuori: il mondo mentale di ciascuno di noi ha fatto notevoli cambiamenti durante l’isolamento.
Molti sono i benefici di cui potranno godere i figli con una ripresa graduale ma regolare di contatto con la dimensione sociale, una progressiva fuoriuscita dalla condizione deprivata che ha caratterizzato questi mesi, come per esempio fare delle passeggiata al sole riappropriandosi anche delle sensazioni corporee, delle piccole interazioni e degli scambi con gli altri, ricominciando ad uscire dagli schemi.
** In questa fase di inizio riapertura è essenziale puntare sulla responsabilità dei figli, soprattutto degli adolescenti. Non dimentichiamoci che i nostri figli sono diventati molto più responsabili durante il lockdown. In questi due mesi hanno fatto un duro allenamento, affrontando un sacrificio enorme, rinchiusi in casa, in un momento evolutivo che li spinge a stare fuori con i pari, a vivere di esplorazione e relazione.
Abbiamo notato quanto si sono responsabilizzati? Quanto vivono il senso della collettività?
** Abituiamoci all’uso delle mascherine.
L’intimità e il contatto con l’esterno saranno diversi, ciascuno di noi deve trovare un nuovo modo di entrare in relazione con l’altro e con l’esterno, riadattandosi a questa nuova realtà che inizialmente può anche suscitare ansia e disagio.
Pensiamo a personalizzare le mascherine, ad aiutare i figli a concentrarsi soprattutto sugli occhi degli altri e a leggerne il linguaggio, a pensarci in relazione con gli altri anche senza il contatto fisico.
** Gli altri non sono nemici
La casa con la pandemia ha acquisito il significato di rifugio, un ambiente protetto dove non può succederci niente. Affrontare di nuovo l’esterno, ci pone di fronte alla nostra percezione dell’altro. Aiutiamo i nostri figli a non vederle l’altro come il nemico, il possibile untore. Il sentimento di squadra e di unione che si è cercato di portare avanti in questi due mesi, va mantenuto vivo per continuare a caratterizzare il modo di pensare agli altri.
** Non dimentichiamoci di mantenere una quotidianità strutturata con orari definiti per la scuola, l’attività fisica, il gioco, momenti di condivisione, ecc. Tabelle di marcia che devono essere rispettose delle caratteristiche dei figli, delle loro identità e dei loro spazi. La continuità delle attività trasmette un senso di sicurezza, importante per i bambini e i ragazzi.
La divisione tra spazi individuali, di condivisione e di studio aiuta i ragazzi a non sentire come troppo invadente il genitore e a vivere una sua autonomia.
** Mettiamo in campo nuove energie creative.
Questa nuova fase comporta la ricerca di un nuovo equilibrio, in quanto l’uscita all’esterno comporterà il confrontarci con un nuovo contesto; le strategie difensive fino ad oggi adottate andranno modificate (e questo vale sia per gli adulti che per i piccini)
Più attingeremo alla creatività, all’intelligenza emotiva e alla flessibilità più saremo in grado di adattarci a quello che ci aspetta. E in questo i nostri figli vanno valorizzati e stimolati. Non dimentichiamoci delle loro risorse, della loro creatività e della loro forza.
Dr.ssa Ottavia Pennisi