La rabbia dei bambini che spaventa i genitori
6 Aprile 2018Quanto è difficile fare il genitore?
A volte il genitore vive un’ incertezza educativa perché non considera più valido il modello dei propri genitori e non ha un modello di riferimento alternativo. Vive, inoltre, una forte pressione sociale che lo porta alla cura eccessiva dei figli. Si trova a dover reinventare il modo di esprimere e mettere in atto la propria genitorialità poiché le esperienze di vita cambiano rapidamente le forme e le fasi della famiglia (separazione, famiglie ricostituite, ecc.).
I genitori di oggi desiderano essere sempre più presenti e vicini ai figli, li vogliono aiutare a superare tutti gli ostacoli che incontrano, assumendo, in questo modo, un ruolo iperprotettivo, come un vero e proprio “genitore elicottero” (H. Ginnott, 1969): egli sorvola costantemente la testa dei figli, pronto ad intervenire quando nota un minimo accenno di difficoltà. Desidera risolvere tutti i problemi del figlio (soprattutto in ambito scolastico) e decidere ogni cosa, anche le più semplici e quotidiane, mediando tutti i rapporti, da quello con l’insegnante a quello con i coetanei, a tutte le figure che ruotano intorno al figlio.
Se da una parte la maggiore presenza dei genitori nella vita dei figli è fondamentale per lo sviluppo di una armonica personalità dei bambini, oltre a rappresentare una gratificazione per entrambi; dall’altra il rischio è che il genitore si sostituisca al figlio, privandolo della sua autonomia di scelta, della possibilità di sbagliare e di misurarsi con se stesso.
Il più grande sbaglio nella vita è quello di avere paura di sbagliare (Hubbard)
I bambini ed i ragazzi hanno bisogno di sperimentarsi, confrontarsi anche con le proprie paure e difficoltà, perché solo così riescono a scoprire le proprie risorse e capacità.
Se invece il genitore si sostituisce al figlio (fa i compiti per lui, critica l’insegnante, discute con l’istruttore, parla con il/la migliore amico/a della figlia o con il/la fidanzato/a) involontariamente manda al figlio il messaggio “controllo ogni tuo passo, ti aiuto perché non sei capace”.
Così se ne soddisfa ogni desiderio e desidera per lui il meglio (le migliori scuole, tutti i corsi possibili, inglese, musica, teatro, ecc.) impedisce al figlio di confrontarsi con le sfide evolutive, di sbagliare e sperimentare la frustrazione; spesso lo sottopone involontariamente a pressioni enormi, nella paura continua del fallimento.
Sepolti da montagne di giocattoli, vestiti, fotocamere, computer, telefonini, pattini e playstation, molti bambini finiscono poi per essere travolti dall’ansia di successo dei loro iper-genitori. I figli dei “genitori elicottero” spesso si sentono insicuri, timorosi, incapaci di tollerare la frustrazione, e di farsi carico delle proprie responsabilità.
L’amore, la consapevolezza del grande valore dei figli e il desiderio di farli crescere nel benessere massimo, porta spesso i genitori a provvedere ai bisogni dei bambini ancor prima che si presentino, non permettendo loro di ragionare con la propria testa, risolvere i problemi da soli, gestire lo stress e superare le avversità. Si rischia, così, di impedire l’acquisizione di competenze e abitudini di base per affrontare una vita adulta sana e realizzata.
Tutto e…al momento giusto
Altro aspetto importante del problema è che spesso questi bambini sviluppano una personalità tirannica: un figlio cresciuto con il continuo “aiuto” da parte dei genitori e il continuo soddisfacimento, spesso immediato, dei suoi desideri, tenderà a considerare tutto ciò che ha come dovuto: dai compagni, dalla società e dal mondo. In questo modo, inoltre, i bambini ed i ragazzi non vengono sollecitati nel rispondere del proprio comportamento e anche quando diventano più grandi non sviluppano mai la forza necessaria a fare i conti con la vita di tutti i giorni.
Più che proteggere da ogni difficoltà, è importante che il genitore non intervenga per facilitare la vita del figlio, ma lo lasci sbagliare e trovare strategie e comportamenti funzionali, e solo quando questo non avviene, sostenerlo in tale ricerca o scoperta, ma senza mai sostituirsi a lui.
Stare vicini senza sostituirsi
E’ importante dare ai propri figli consapevolezza, coinvolgerli nelle attività e responsabilità familiari, sostenerli nello sviluppo della fiducia in se stessi.
Forse la parte più difficile del mestiere del genitore è proprio quella di fare da specchio nella gestione delle emozioni: come lo stesso genitore gestisce le proprie paure, i propri errori, le sfide quotidiane, senza il timore di sbagliare e tollerando il fallimento o quando deve procrastinare il soddisfacimento dei suoi desideri.
Dr. Ottavia Pennisi