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11 Ottobre 2018Molti passaggi evolutivi, di crescita del figlio, sono oggetto di tante riflessioni, dubbi, paure, che non sempre facilitano un loro evolversi in modo fluido e progressivo.
Uno dei passaggi che coinvolge e mette in difficoltà sempre più genitori è il far dormire il figlio nel proprio letto, nella sua cameretta.
Ma perché gli psicologi insistono tanto sull’importanza di far dormire i figli nel loro letto?
E’ positivo per il suo sviluppo e il suo benessere psicofisico: i bambini devono imparare a dormire da soli perché è il primo passo verso la conquista dell’autonomia emotiva e dell’indipendenza.
La difficoltà per i bambini che rimangono nel lettone dei genitori è legata principalmente all’incapacità di percepire i propri limiti.
Arrivare a questa consapevolezza non è sempre così facile, né rapido, né automatico come magari si vorrebbe, il bambino piange o si alza più e più volte durante la notte presentandosi nel lettone.
E’ proprio a partire dai tre, quattro anni che è fondamentale non accogliere più il bisogno del figlio di stare con il genitore la notte e continuare, così, ad avere una relazione simbiotica con lui. E’ importante considerare il valore psicologico e pedagogico di una certa dose di frustrazione che il bambino deve sperimentare in questa fase. La mancata gratificazione del desiderio o l’impedimento alla soddisfazione del bisogno costringe il bambino a cercare alternative, a dirottare l’energia generata dall’insorgenza del bisogno verso altre mete, sia comportamentali che mentali.
Accogliendolo nel suo letto, invece, il genitore rafforza in lui l’idea di essere onnipotente, un individuo che può tutto, preservandolo così dalla frustrazione dell’impedimento.
l’impedimento alla realizzazione del proprio bisogno è fondamentale per lo sviluppo dell’Io. Il bambino attiva funzioni psichiche raffinate, come la capacità di immaginare e il pensiero predittivo e strategico, nel tempo sospeso tra l’insorgere del desiderio e la sua soddisfazione (Freud).
L’onnipotenza è un sentimento che nel tempo con molta probabilità, quando continua la protezione del genitore dalla frustrazione, potrà intaccare la capacità di sostenere le difficoltà, l’impegno e lo sforzo, competenze essenziali nella vita adulta.
L’obiettivo di questo articolo non è fornire ricette preconfezionate e pronte su come fare; su Internet ve ne sono tante e anche ben descritte. Si vuole richiamare l’attenzione del genitore sull’importanza di questo passaggio cruciale di crescita, perché solo il genitore convinto, e pertanto determinato, può uscirne vittorioso!
La premessa fondamentale è non vivere il passaggio dal lettone genitoriale al letto del bambino come un rifiuto. Il figlio, viceversa, deve sentire un messaggio di fiducia, che è in grado di affrontare i normali timori e le paure che nascono con l’andare a dormire nella sua cameretta. Solo così il bambino può iniziare il primo passo verso la conquista dell’autonomia emotiva e della sua indipendenza.
Di cosa ha paura nostro figlio?
Ogni bambino ha le sue paure: il buio, i mostri, i ladri, i fantasmi, ecc.
Tutti i bambini, noi compresi, abbiamo dovuto affrontarle nel momento in cui ci siamo trovati nel nostro letto. Non dobbiamo essere timorosi nell’affrontare queste paure con i bambini, né credere che ci vogliono competenze specialistiche o particolari.
Di base non c’è nulla di eccezionale da fare se non aiutare il bambino a comprendere che è qualcosa di normale che abbiamo tutti avuto e tutti affrontato.
Può essere utile trovare un “mediatore”, che faccia da ponte tra lo stare con mamma e papà e l’accettare di non starci più, dei rituali di addormentamento, degli oggetti transazionali: leggere delle favole, ascoltare della musica rilassante, tenere la mano fino all’addormentamento, un peluche, ecc. Non è importante in sé, ogni bambino trova i suoi.
Spesso la paura è più dei genitori, spaventati dalla crescita del figlio, dal timore di perdere il proprio ruolo di genitore accudente, soprattutto la mamma, di perdere quel “cordone ombelicale” che tiene connessi il mondo emotivo di entrambi. Tuttavia, il figlio ha proprio bisogno di essere autorizzato dal genitore a poter crescere, ha bisogno che il genitore rimanga fermo sulla necessità evolutiva di questo passaggio e non si confonda con i timori del bambino pensando che sia ancora troppo piccolo o spaventato per riuscirci. E’ fondamentale il ruolo del genitore, perché il bambino ha bisogno di lui, del suo sostegno, del suo essere fermo, e questo permette non solo al bambino di crescere ma anche al legame genitore-figlio di evolversi e rinforzarsi in modo funzionale e adeguato.
Solo quando il genitore sarà deciso sull’importanza di questo passaggio e, pertanto, riconosce nel figlio la capacità di affrontare emotivamente tale momento, il bambino sarà in grado di trovare le risorse per farlo, rispecchiandosi nell’immagine fiduciosa del genitore.
Se ci pensiamo bene sono secoli che i bambini affrontano questo momento evolutivo! E tutti, chi prima o chi dopo visto che i bambini non sono tutti uguali, ci sono riusciti quando è stato loro permesso!
Dr. Ottavia Pennisi