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22 Marzo 2021LABORATORIO DI APPRENDIMENTO INTERATTIVO
24 Maggio 2021I BES sono definiti dalla Classificazione internazionale del funzionamento (ICF) come “qualsiasi difficoltà evolutiva di funzionamento permanente o transitoria in ambito educativo o di apprendimento, dovuta all’interazione tra vari fattori di salute (psicologico, motorio, comportamentale, relazionale) e che necessita di educazione speciale individualizzata”.
Un allievo ha un Bisogno Educativo Speciale quando presenta delle particolarità che gli impediscono l’apprendimento e richiedono interventi individualizzati.
L’uso del temine bisogno ha spostato la prospettiva dell’educazione da una posizione statica esterna ad una posizione dinamica/coinvolta che deve rispondere alla persona in formazione.
Il concetto di Bisogni Educativi Speciali si basa sulla visione globale della persona.
La Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per gli alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”, ha esteso a tutti gli studenti che presentano difficoltà nell’apprendimento il diritto a ricevere una didattica inclusiva e personalizzata personalizzata (così come previsto dalla Legge 53/2003), ampliando il campo di applicazione. In particolare ha inserito nei BES anche quelle difficoltà di apprendimento che non sono certificabili, ma che comunque sussistono.
Tre grandi sotto-categorie:
- Disabilità;
- Disturbi evolutivi specifici
- Svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale (altri bisogni evolutivi speciali).
Inoltre la nota Miur n. 562 del 3 aprile 2019, volta a fornire chiarimenti in merito agli alunni con BES, inserisce un paragrafo per gli alunni plusdotati, ossia ad alto potenziale intellettivo, definiti Gifted children in ambito internazionale.
DISABILITÀ
Per persone con disabilità si intendono coloro che presentano durature menomazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali. Rientrano nella disabilità:
Disabilità intellettiva (Ritardo Mentale)
Disturbi dello Spettro Autistico
Sindromi cromosomiche
Deficit sensoriali (vista, udito)
Deficit neurologici
Deficit linguaggio (Afasia acquisita con epilessia)
La Disabilità fa riferimento alla Legge 104/1992
Questa prevede la figura dell’insegnante di sostegno specializzato, che insieme ai docenti della classe identifica i bisogni educativi speciali dell’alunno e attraverso il gruppo operativo d’istituto propone e costruisce insieme alla famiglia il Piano educativo individualizzato dell’alunno (PEI)
Il PEI descrive annualmente gli interventi educativi e didattici destinati all’alunno, definendo obiettivi, metodi e criteri di valutazione.
DISTURBO
Si riferisce ad una condizione neurobiologica complessa di origine costituzionale in assenza di disturbi neurologici, cognitivi, sensoriali e relazionali importanti e primari e in presenza di normali opportunità scolastiche.
Rientrano nei Disturbi Evolutivi Specifici:
DSA – Disturbi Specifici dell’Apprendimento (Dislessia, Disortografia, Disgrafia, Discalculia – L. 170/2010)
ADHD – Disturbo da deficit dell’Attenzione e Iperattività
Disturbi dell’area linguistica (Disturbi specifici del linguaggio o bassa intelligenza verbale, Disturbo di comprensione del testo)
Disturbi nell’area non verbale (Disturbo della coordinazione motoria, Disprassia, Disturbo di apprendimento non verbale)
Funzionamento intellettivo limite (FIL) (situazione limite tra disturbo e disabilità)
Il Riferimento legislativo per i DSA è la Legge 170/2010
La legge ha reso concreti i principi di personalizzazione dell’insegnamento (Legge 53/2003) creando precise tutele per gli studenti che ricevono una diagnosi di DSA.
Tale Legge prevede l’obbligo da parte della scuola della compilazione del Piano didattico personalizzato (PDP), che deve essere firmato anche dalla famigliadello studente (o dallo studente se maggiorenne) perché è come un “patto” tra scuola e famiglia in cui gli insegnanti si impegnano a seguire determinate metodologie didattiche pensate ad hoc per facilitare l’alunno che presenta DSA.
Il PDP definisce gli obiettivi essenziali che l’alunno deve raggiungere per ciascuna disciplina, individua le metodologie adeguate alle specifiche condizioni dell’allievo, definisce quali strumenti compensativi e dispensativi sono necessari per sostenere l’apprendimento, specifica le modalità di valutazione per ogni disciplina, definisce la collaborazione tra i vari docenti e con la famiglia per quel che riguarda l’assegnazione dei compiti a casa (quantità, scadenze, modalità, ecc.)
DIFFICOLTÀ (SVANTAGGIO)
L’espressione difficoltà di apprendimento viene utilizzata per indicare una forma non grave (quindi che non soddisfa i criteri clinici per il Disturbo) di ritardo sul piano dell’apprendimento.
Vi rientrano tutti gli Alunni con Svantaggio socioeconomico, linguistico o culturale: alunni con normali capacità di apprendimento che presentano difficoltà nel percorso scolastico, e le difficoltà non sono disabilità certificata né assurgono a disturbi specifici diagnosticati. Ad esempio:
- Alunni con provenienza e bagaglio linguistico e culturale diverso, che non hanno ancora appreso la lingua italiana (alunni adottati, migranti, rifugiati)
- Alunni che vivono in famiglia difficile, cioè multiproblematiche, abusanti, dense di conflitti e di dinamiche invischianti e produttrici di patologie, alunni che portano in sé alcune difficoltà psicologiche (emozionali e/o relazionali) che però non sono di gravità tale da giustificare pienamente una diagnosi di psicopatologia
- Alunni che si trovano in una situazione sociale, economica o culturale particolarmente difficile che può condizionare negativamente il successo scolastico
In questo caso, come previsto anche dalla nota ministeriale n. 2563/13, si può ricorrere alla compilazione di un PDP e a misure compensative e dispensative, qualora i docenti lo ritengano necessario, per un certo periodo di tempo ovvero per l’intero anno scolastico (decisione del Collegio dei docenti)
Come cita la nota Miur: Nella quotidiana esperienza didattica si riscontrano momenti di difficoltà nel processo di apprendimento, che possono essere osservati per periodi temporanei in ciascun alunno. E’ dato poi riscontrare difficoltà che hanno carattere più stabile o comunque, per le concause che le determinano, presentano un maggior grado di complessità e richiedono notevole impegno affinché siano correttamente affrontate.
Anche nel caso degli Alunni plusdotati, il Miur rimette alla decisione dei Consigli di Classe o Team Docenti della primaria, in presenza di eventuali situazioni di criticità con conseguenti manifestazioni di disagio, di adottare metodologie didattiche specifiche in un’ottica inclusiva, sia a livello individuale sia di classe, valutando l’eventuale convenienza di un percorso di personalizzazione formalizzato in un PDP (nota n. 562/2019).
Per tutti i BES l’obiettivo è quello della Didattica Inclusiva
CREARE un clima inclusivo: accettazione e rispetto delle diversità
ADATTARE stile insegnamento, materiali, tempi, tecnologie
MODIFICARE strategie in itinere
SVILUPPARE didattica metacognitiva
TROVARE punti di contatto tra le programmazioni (classe e individualizzata)
SVILUPPARE approccio cooperativo
VALORIZZARE tutte le forme espressive
FAVORIRE la creazione di reti relazionali (famiglia, territorio, specialisti …)
INTRODURRE nuove metodologie Cooperative Learning e Tutoring
Dott. Ottavia Pennisi