Ragazzi & Videogiochi: facciamo un po’ di chiarezza
16 Novembre 2018Punizioni si, punizioni no
18 Gennaio 2019Il nostro cervello non può lavorare continuativamente, ma ha bisogno di mettersi in pausa a intervalli più o meno regolari soprattutto nel momento in cui lo riempiamo di informazioni poiché tende ad andare in sovraccarico esattamente come un computer quando apriamo troppi programmi contemporaneamente.
Gli studi ci dicono che il cervello ha una capacità di concentrazione che si attesta intorno ai 45 minuti nei bambini e dai i 50 e i 90 minuti in un adulto pertanto, trascorso questo lasso di tempo, il cervello ha bisogno di fare una pausa.
La pausa è importante…
La pause possono essere semplici distrazioni, una breve interruzione dai 5 a 15 minuti massimo (facciamo merenda, ci sgranchiamo le gambe, chiacchieriamo con i familiari, guardiamo per qualche minuto una trasmissione amata in tv), oppure una attività piacevole ma attinente (se stiamo studiando geometria, le figure piane, ci dedichiamo ad un’attività di piegatura della carta o di origami) o di movimento coordinato, legato ad una attività specifica. E’ possibile anche ascoltare la propria musica preferita e “ballare” stimolando così la produzione di dopamina (la sostanza del benessere) e sentirsi ricompensati dopo un’intensa sessione di studio.
…meglio se è attiva!
La pausa attiva è uno strumento dell’apprendimento intervallato che si basa su tre cicli di lavoro (input, richiamo e comprensione) che possono essere alternati ad alcuni momenti di riposo. Essa nasce dalla considerazione che le funzioni esecutive vengono stimolate dalle attività motorie e che il movimento fa parte della vita di tutti i bambini. Questi per imparare, per concentrarsi e per una crescita sana hanno bisogno di movimento. Per i ragazzi delle scuole superiori, per gli universitari ma anche per un adulto che si confronta con lo studio di una qualche materia la pausa attiva rompe lo “studio silenzioso” con benefiche conseguenze sulla possibilità di “staccare” un attimo dai propri doveri per riprendere poi con un alto livello di concentrazione.
L’organizzazione è essenziale
Pianificare brevi pause tra un’intensa sessione di studio e la successiva è una mossa saggia per riposare e ricaricare la mente. Una tecnica efficace da cui si può trarre spunto in quest’ottica è la pomodoro technique ideata da Francesco Cirillo negli anni 80. Questa tecnica si basa sulla suddivisione delle attività di studio e sulla pianificazione delle pause. I punti fondamentali sono i seguenti:
- Suddividere gli impegni di studio in blocchi da affrontare singolarmente
- Pianificare delle attività da svolgere durante le pause tra un blocco e il successivo
- Impostare un timer di 25 minuti per i blocchi di studio e di 5 minuti per le pause
E’ chiaro che i minuti da dedicare al lavoro e alla pausa possono variare in base al grado di istruzione e in base alla predisposizione nei confronti dello studio: se per i bambini delle scuole elementari e per i ragazzi delle medie magari può occorrere la mediazione dei genitori, studenti delle superiori e adulti possono decidere autonomamente quanto tempo dedicare ai blocchi di studio e quanto alle pause (impostando un timer per non sforare).
In conclusione riteniamo che la pausa attiva sia un ottimo strumento da utilizzare in maniera trasversale in tutti i cicli di studi e un valido strumento a casa sia per i genitori che per i ragazzi poiché permetterebbe di scandire il tempo tra doveri e piaceri, di dare un ritmo alla mente e, in ultimo, di studiare in modo più smart.
Per approfondire
Moving School 21: esercizi per pause in movimento
Da Parigi agli Usa: la rivoluzione dei ritmi scolastici dalla parte dei ragazzi
Piccole pause ogni 45 minuti, così il cervello prende il ritmo
So quel che fai, il cervello che agisce e i neuroni specchio – Giacomo Rizzolatti e Corrado Sinigaglia, Raffaello Cortina Editore